"L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante"
Presentata questa mattina la nave-monumento, "affinché resti sempre vivo il ricordo della tragedia del naufragio nel Venerdì Santo 1997", afferma il sindaco Cariddi.
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Questa mattina, alle ore 10.30, presso il Castello Aragonese, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della nuova opera, seguita alle ore 12.00, presso l’Area Fabbriche del Porto, dall’inaugurazione dell’intervento di arte pubblica.
La nuova opera di cui stiamo parlando è la Kater I Rades, la motovedetta albanese che nella tragica notte del Venerdì santo del ‘97, entrata in collisione con la nostra Marina Militare, naufragò nel Canale di Otranto con 120 persone a bordo. I superstiti furono solo 34, i morti 57 in gran parte donne e bambini e 24 i corpi mai ritrovati.
Ora quel barcone, emblema degli sbarchi in Italia, è approdato nelle mani dello scultore greco di fama internazionale Costas Varostos, diventando una singolare opera d’arte. Affiorerà ad Otranto e nel suo porto millenario, emblema di accoglienza e solidarietà tra i popoli.
Questo incredibile viaggio di ricostruzione e rinascita si è potuto realizzare grazie al coraggio dell’Amministrazione Comunale di Otranto, all’idea dell’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, alla volontà di Klodiana Cuka dell’associazione umanitaria Integra Onlus e dei parenti delle vittime, e alla determinazione di Giusi Giaracuni, curatrice del Progetto.
Un importante sostegno è giunto dalla Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo, che ha accolto l'avvincente sfida del progetto artistico, organizzando, in collaborazione con la cooperativa Artemisia, un workshop internazionale con otto giovani artisti provenienti da Siria, Egitto, Montenegro, Francia, Cipro, Albania, Italia, realizzando un vero e proprio itinerario di “ricerca” e di “scoperta” attorno al tema del rapporto tra comunità locali e migrazioni.
La COPEAM, la Conferenza permanente dell’Audiovisivo Mediterraneo, ha sostenuto l’iniziativa come media-partner, curandone la diffusione, ed inoltre si avvale del patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) dell’UNESCO, dell’Organizzazione Internazione per i Migranti (OIM), del Comitato Italiano per i Rifugiati (CIR).
Oggi questo progetto vuole diventare il punto di partenza per la nascita di un atelier internazionale dove creatività e migrazione si incontrano attraverso un programma di residenze artistiche, laboratori, seminari, dibattiti capace di generare un’importante e fitta rete di relazioni e attività. Una vera e propria “Residenza Internazionale per il contemporaneo e le migrazioni". Il CGPM - Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo - ha aderito al progetto di residenza attraverso il coinvolgimento della propria rete internazionale.
Infine, intorno a questa grande opera si plasmano e si intrecciano le grandi arti creative dell’uomo: dalla scrittura, alla musica e alle immagini alla fotografia.
Alessandro Leogrande lo fa nel suo ultimo libro "Naufragio. Morte nel Mediterraneo", edito da Feltrinelli; il giovane regista brindisino Simone Salvemini con il suo documentario in lavorazione “L’approdo delle anime migranti”, prodotto da La Kinebottega e sostenuto da Apulia Film Commission; e infine il gruppo musicale pugliese I MARinARIA ha inciso il brano inedito “Quattùrdici anni”, ispirato alla tragedia della Kater I Rades.
Fondamentale alla riuscita del progetto è stato il contributo della Regione Puglia, attraverso gli Assessorati al Mediterraneo e alle Politiche Giovanili, della Provincia di Lecce, del Comune di Otranto e di numerosi sostenitori privati che hanno concorso alla realizzazione dell’opera attraverso forniture e prestazioni gratuite.
Dalla grande multinazionale del vetro, la Pilkinton che ha offerto dodici delle quasi venti tonnellate di vetro che sono state impiegate nell’opera, alla Cannone Group specializzata nella demolizioni navali che ha letteralmente tagliato in due la motovedetta albanese per consentire il trasporto del relitto da Brindisi, dove era stata collocata dopo il recupero dalle profondità marine, al porto di Otranto, e il successivo intervento artistico, alla Duriplastic che ha fornito gratuitamente i trattamenti necessari a preservare il relitto dall’aggressione della ruggine, alla1LAB che ha impegnato i suoi fabbri in chilometri di saldature, alla Vetro Design che ha tagliato e incollato oltre mille metri quadrati di vetro, ai carpentieri della Troso che hanno realizzato la piattaforma che ha accolto il relitto della Kater impiegando oltre quaranta metri cubi di cemento armato. L’elenco potrebbe continuare, perché davvero, come ama dire il maestro Varotsos, "questa è un’opera collettiva" e tanti sono stati i soggetti istituzionali, le imprese locali, gli artigiani e i comuni cittadini che hanno concorso per rendere possibile e vincente questa sfida.
"La storia, a volte, sa scrivere pagine molto tristi, ed anche il nostro Canale ha dovuto assistere a tragedie di un dolore assordante che si fa fatica a dimenticare". asserisce il sindaco Luciano Cariddi. "E noi non vogliamo dimenticare, anzi, vogliamo ricordare quei momenti. Crediamo sia giusto coltivare la memoria. Il progetto L’Approdo è stato sposato e fatto proprio dalla Città affinché resti sempre vivo il ricordo della tragedia del naufragio nel Venerdì Santo 1997, in cui persero la vita in molti tra uomini, donne e bambini".
"Ma anche affinché resti alta l’attenzione sulle politiche da attuare per governare al meglio un problema che continua a far registrare, ancora oggi, tantissime vittime nei nostri mari. Vogliamo che l’opera realizzata dall’artista Costas Varotsos possa rappresentare un luogo e un simbolo dedicato all’Umanità Migrante. Non dimentichiamo mai che anche il nostro Paese, ed in particolar modo il Meridione, è stato interessato in passato dal fenomeno dell’emigrazione di massa verso Paesi esteri che ci hanno accolto".
E conclude: "L’Approdo potrà contribuire a rafforzare nella nostra Comunità la naturale predisposizione all’accoglienza e alla solidarietà sempre dimostrata, e a non indurci a rifiutare mai quel primo abbraccio che ci viene chiesto da quanti, fuggendo da luoghi in cui non si riesce a condurre una vita libera e dignitosa, chiedono di poter avere una possibilità per guardare al futuro con fiducia e speranza".
Anche l'Assessore Salvatore Sindaco, da sempre in prima linea nell'attuazione del progetto, ne sottolinea l'importanza: "Abbiamo fortemente voluto questo progetto perchè consapevoli dell'importanza che esso ricopre e del significativo messaggio che trasmetterà a quanti avranno modo di visitare la nave-monumento. Infatti, la Kater I Rades vuole essere un messaggio di speranza non solo per gli immigrati che giungono dall’altra sponda dell’Adriatico, ma per quanti, in qualsiasi parte del mondo, abbandonano la propria terra, i propri affetti, affrontando le peripezie di un viaggio pericoloso nella speranza di un futuro migliore per sé e per i propri cari. Otranto è stata, ed è ancora oggi, Città di accoglienza e approdo per tutte queste persone che giungono sulle nostre coste sperando in un futuro dignitoso. Quest'opera sarà per tutti i cittadini di Otranto, e non solo, un forte simbolo di solidarietà".
E in una giornata uggiosa come questa, ricordiamo le tante vittime del mare. Anche il cielo oggi piange per loro e per quanti ancora non sanno trovare un perchè a tanto dolore...