Commemorazione civile dei SS.Martiri di Otranto
Il saluto del vice Sindaco De Benedetto e il discorso commemorativo del Prof. Miggiano.

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La Città di Otranto, in questi giorni, onora i suoi Santi Martiri, patroni della città.
Il 13 agosto, come tradizione vuole, è il giorno dedicato alla Commemorazione Civile dell'eccidio di Otranto che si è svolta in Cattedrale a causa del maltempo.
Il vice Sindaco Cristina De Benedetto ha salutato i presenti e ha letto il suo intervento.
Autorità religiose, civili e militari, cari Concittadini e gentili Ospiti, rivolgo a voi tutti un caloroso saluto a nome della Città.
Sono qui al vostro cospetto con grande emozione, orgoglio e con altrettanto senso di responsabilità per la funzione che, per le note vicende delle ultime settimane, sono chiamata oggi a ricoprire. Il mio pensiero, non può che muovere da chi mi ha preceduto negli ultimi anni, presiedendo questa commemorazione, l'ingegnere Pierpaolo Cariddi, con l'augurio che possa tornare presto alla guida di Otranto, la città che lo ha designato come Sindaco e che continua a sostenerlo con profondo affetto.
Oggi 13 agosto ci riuniamo, come ogni anno, qui tutti insieme, cittadini e ospiti, nel ricordo dei nostri Santi che, nella Otranto di fine ‘400, quando nel resto d’Italia già soffiava il nuovo vento del Rinascimento, furono chiamati ad affrontare la pagina più cruenta della storia di questa Comunità.
Cercarono con tutte le loro forze di resistere all’aggressore turco, nella volontà ferrea di preservare fino all’ultimo la propria Libertà e Fede in Dio.
Arroccati sulle antiche mura medievali, anche quando si resero conto che non sarebbe giunto nessun esercito amico a difenderli, restarono fermi nella convinzione che fosse giusto resistere, ed eventualmente morire, per difendere l’amata Patria e una Fede incrollabile.
Avrebbero certamente potuto arrendersi e abiurare per avere salva la vita, ma lo spirito che animava quei nostri Avi, cementato sui valori e negli ideali che questa Terra aveva instillato nei secoli, non consentì scorciatoie, e tutti seguirono il destino segnato.
Una resistenza a oltranza la loro, prima della resa finale, e non si piegarono neanche quando furono disposti, uno dietro l’altro, sul Sacro colle della Minerva, dove ebbe inizio il cammino nella Santità.
La concomitanza di varie vicende politiche e di alcuni fattori esterni nel 1480 determinò probabilmente la nostra tragedia, provocando tra gli Otrantini una condizione di sgomento collettivo che oggi non possiamo facilmente indagare con i soli strumenti dello storico.
D’altronde facciamo non poca fatica già a comprendere i fatti attuali, che pure stanno interessando il nostro continente e altre parti del mondo, dove aggressioni esterne minano la vita di popoli e nazioni.
Viviamo giorni difficili, incomprensibili, tragici, in cui la natura umana mostra con brutalità i suoi lati oscuri. Il terrore delle guerre irrompe quotidianamente e squarcia la vita di persone inermi.
E non riusciamo a decifrarne le reali ragioni.
E’ in questo scenario internazionale che noi tutti siamo chiamati ad agire, anche nei governi delle nostre piccole comunità, e Otranto, da questo punto di vista, rappresenta un osservatorio privilegiato per molti aspetti.
Un luogo di narrazione antica e moderna che apre il grande libro della storia e vede cosa è accaduto e cosa purtroppo accade ancora. Quel luogo da cui forte i nostri Eroi e Martiri hanno gridato al mondo il proprio amore per la Patria e il proprio inno alla Vita.
Un esempio, quello dei nostri Santi, che dovrebbe ancora e sempre essere da monito per tutti, per evitare di ripercorrere i momenti bui della storia dell’umanità.
Voglio concludere questa mia breve introduzione prendendo in prestito le parole del Santo Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale a Otranto del 1980: «I Beati Martiri di Otranto ci hanno lasciato due consegne fondamentali: l’amore alla patria terrena e l’autenticità della fede cristiana.
Il cristiano ama la sua patria terrena.
L’amore della patria è una virtù cristiana”.
Ho il piacere di passare ora la parola al Prof. Salvatore Miggiano, già Sindaco della nostra città e guida civica di questa Comunità durante la visita del Papa Giovanni Paolo II, nel quinto centenario.
Il Prof. Miggiano saprà farci rivivere le emozioni di quei giorni e l’intimo coinvolgimento devozionale degli otrantini e di tutto il Salento verso i nostri amatissimi Santi Martiri.
A seguire, il discorso commemorativo del Prof. Salvatore Miggiano (in allegato).